Archetto in dyneema

Archetto tessile per arbalete con astine guida rigide in materiale metallico o plastico


Definizione del prodotto:

L'archetto di un arbaléte (fucile subacqueo ad elastico) è la struttura che collega solidalmente lo spezzone di elastomero ai punti di aggancio previsti sull'asta (pernetti, pinnette, intagli ecc.) dopo un opportuno allungamento dell'elastico.

Stato attuale della tecnologia:

L'archetto attualmente è realizzato in tre soluzioni tipo:

1) Due astine guida in metallo del diametro di 3-4 mm che sono vincolate allo spezzone di elastico da una legatura, o da boccole metalliche strozzate da una piccola sfera, sulle quali è incernierata, agli estremi opposti una mezzaluna metallica variamente sagomata o un monofilo di acciaio armonico.

2) Due occhielli in sagola che sono vincolati ciascuno ad una delle estremità dello spezzone di elastico collegati tra loro da un corto segmento di sagola che è annodato agli occhielli con un nodo bandiera.

3) Un corto spezzone di cavetto metallico che viene vincolato a ciascuna estremità dello spezzone elastico.

Descrizione dell'Archetto tessile DAPIRAN - richiesta di brevetto depositata il 18/01/2010

Nell'archetto tessile Dapiran le astine guida sono realizzate in materiale rigido, quindi si opta per una soluzione mista: la parte che si aggancia all'asta, tessile, mentre la parte di guida per l'aggancio, rigida (materiale plastico o metallico).

Dalle mie ricerche sperimentali è risultato che l'archetto tessile rispetto a quello con "mezzaluna" metallica garantisce una maggiore velocità di lancio dell'asta, quindi assicura prestazioni balistiche superiori all'arbaléte sul quale viene montato.

La ragione è prettamente idrodinamica: la resistenza frontale provocata dall'archetto metallico nell'attraversamento del mezzo liquido, nelle prove che ho eseguito, è risultata superiore a quella provocata dall'archetto tessile. Una volta agganciato l'archetto tessile resta molto aderente all'asta e il suo fronte d'avanzamento nel mezzo è minore rispetto a quello dell'archetto metallico che ha un maggiore sezione frontale di impatto con l'acqua.

Una parte dell'energia potenziale elastica dell'elastomero, perciò, è dissipata per vincere le resistenze idrodinamiche provocate dall'archetto e per accelerare la massa dello stesso, quindi ridurre le resistenze dell'archetto e la sua massa rende maggiore l'energia a disposizione per il lancio dell'asta.

La soluzione 2 dell'archetto interamente tessile, impugnando l'elastico, ha l'inconveniente di lasciare l'archetto floscio mentre si procede all'allungamento ed obbliga il pescatore subacqueo ad un maggiore sforzo nel caricamento dell'arbaléte.

Descrivere la difficoltà del caricamento di un arbaléte è complesso e la sua comprensione può risultare ostica per chi non l'ha mai eseguito: si tratta di impugnare a due mani le estremità dello spezzone di elastico circolare o della coppia di spezzoni imboccolati in una testata, allungare l'elastico tirandolo verso il petto dove abbiamo appoggiato l'impugnatura dell'arbaléte e cercare di

agganciare l'archetto sugli appigli previsti sull'asta (intagli o pernetti ).

L'astina rigida inserita e bloccata nel foro dell'elastomero della soluzione 1 è di grande aiuto nell'aggancio dell'archetto sull'asta, sia perché diminuisce la distanza di allungamento dell'elastico, sia perché consente un movimento del polso che sincronizzato con la trazione delle braccia verso il petto è funzionale ad abbassare l'archetto verso l'asta e i suoi appigli.

Come ho scritto l'operazione è complessa e difficile da eseguire soprattutto per un neofita dell'uso di questi attrezzi e a volte, quando si manca l'aggancio l'archetto, tirato dall'elastico, colpisce dolorosamente le dita delle mani. Si può tranquillamente sostenere che non c'è pescatore subacqueo che usa gli arbalétes al quale non sia mai capitato di procurarsi ferite o dolorose contusioni con un archetto metallico.

L'archetto tessile ovvia questa sgradevole conseguenza e nella soluzione Dapiran che monta le astine rigide ne ottimizza l'operazione di aggancio.

Da questa prima descrizione può sembrare che l'archetto tessile sia il miglior sistema per agganciare l'elastico all'asta, invece, il sistema più diffuso è l'archetto metallico per una ragione molto semplice: l'archetto tessile si usura rapidamente raschiando sugli agganci dell'asta al contrario dell'archetto metallico che dura molto di più!

Si pone perciò, anche il problema di una rapida e pratica sostituzione in acqua dello spezzone di filo tessile usato nell'archetto.

La soluzione dell'archetto Dapiran sotto questo profilo è pratica e funzionale:

lo spezzone di filo tessile (dynema o climax) entra nel foro dell'astina di guida esce sulla circonferenza esterna dell'astina cilindrica e vi si fissa con un nodo "bandiera" molto facile da sciogliere anche in acqua, inoltre l'asse di trazione del filo tessile coincide con quello dell'astina che a sua volta è in asse con quello del tubo di elastomero, quindi nessuna componente di trazione laterale dell'elastomero una volta agganciato all'asta.

Disegno esplicativo:

Questa soluzione inoltre riduce gli effetti contundenti dell'archetto metallico sul fusto dell'arbaléte (specie quelli costruiti in legno) effetto negativo non trascurabile. L'astina dell'archetto messo in commercio è realizzata in alluminio anodizzato, quindi è molto più leggera delle astine di acciaio normalmente impiegate nelle varie soluzioni descritte: sia la massa di impatto sul fusto sia la massa che devono accelerare gli elastici è molto più contenuta.

Pregi dell'archetto Dapiran rispetto a quelli attualmente in uso:

1) Migliore presa manuale sull'archetto.

2) Minor impatto dell'archetto sul fusto dell'arbaléte

3) Facile guida dell'archetto nell'aggancio sull'asta.

4) Minor proiezione delle braccia verso l'archetto per la sua presa.

5) Rapida sostituzione della sagola in caso di usura.

Giorgio Dapiran

Pubblicato il 09/12/2010