Diario di Pesca n°27
Il diario del gatto Libero: a pesca con Giorgio
12/11/2002
Martedì 12
Il 12 Novembre non si decideva ad arrivare, ma ora ci siamo. Sveglia alle
5:30, alle 6 passa Fabio a prendermi, con Mauro che gentilmente si è offerto,
e poi alle 6:20 siamo a Mestre da Viper, e si parte per Bologna.
Qui fa freddo, alle 6 sono 3°, c'è foschia ma non nebbia. Il viaggio è rapido, e
alle 8:10 siamo all'aeroporto. Il volo parte alle 9:40 e alle 10:40 siamo ad
Olbia.
Il tempo è bello, il sole ci accoglie. Giorgio ci sta aspettando, siamo alla base.
E' il giorno dell'ambientamento. Ci sistemiamo, pranziamo, ed il pomeriggio è
dedicato ai fondamentali dell'agguato in superficie. Poi vediamo una serie di
filmati che ci fanno vedere approfonditamente come si concretizza l'agguato.
La voglia di andare in acqua è grande, e stare in divano sembra un castigo ...
ma ingoiamo il boccone amaro, consci che è utile per i prossimi giorni.
Quindi cena e a letto presto.
Viper i Fabio ammirano i Jedi
Stefano e Viper controllano i fucili pronti per l'indomani
Mercoledì 13
Sveglia alle 6:00. Il tempo è bello e non c'è vento. Ci trasferiamo a Santa
Teresa, e facciamo rotta verso levante. Pochi minuti e siamo in acqua. A turno
proviamo la pesata eseguendo delle immersioni a "delfinetto" e "in verticale".
Siamo tutti e tre troppo positivi, nonostante avessimo aggiunto almeno
due/tre chili alle nostre cinture abituali. Provvediamo integrando
ulteriormente.
Viper fa di testa sua come sempre, ed invece dell'affondamento verticale
esegue due capovolte perfette. Non ha capito un bit. Pensavamo di prendere
pesce, ma per ora solo carne !
Ora Giorgio ci dimostrerà praticamente, con alcune scene di caccia in diretta,
la corretta esecuzione dell'agguato. Lui parte davanti e noi tre lo seguiamo,
cercando "la copertura" per non compromettere l'esito dell'azione. Non passa
troppo tempo, ed un sarago è trafitto. Vedendo Giorgio sembra tutto troppo
facile ...
Ancora qualche agguato, pesce non se ne vede molto, ma una nuova
immersione rapida, nel più assoluto silenzio, un piazzamento con la giusta
copertura, e una bella occhiata si aggiunge al sarago. Ok, il fucile passa a
Viper, Giorgio segue attaccato alle pinne. Nonostante l'esperienza di Viper
nella pesca, questa tecnica richiede degli atteggiamenti molto diversi.
Ora tocca a Fabio, ma gli incontri scarseggiano. Giorgio decide di cambiare
posto.
Siamo ora su una parete. Tocca a me. Mi sento a mio agio con questa tecnica,
ma la mia scarsissima esperienza di pesca mi penalizza nella tecnica di base.
Le pinne soprattutto sono due bandiere. Ma insisto. La parete fa un angolo
verso sinistra. Mi affaccio molto lentamente. Un sarago maggiore, che stava
mangiando in parete, si stacca per controllare cosa succede. E' troppo facile, e
posso provare il fucile Jedi. Il tiro risulta perfetto. Il sarago è sui tre etti, ma
per me è il più grosso ! Un occhiata con Giorgio e ci scambiamo la nostra
soddisfazione.
Ho altre due occasioni, che mi convincono che lo Jedi è micidiale. Altri due
centri.
Giorgio ora ci lascia, abbiamo un ora di pesca libera, durante la quale Giorgio
si premura di procurare la cena. Alcuni saraghi, di cui uno molto bello, si
aggiungono al tordo preso da Fabio e al tordo e al sarago di Viper. Giorgio
colpisce anche un bel dentice all'aspetto, ma il 96 senza mulinello non si rivela
l'arma adatta. Il pesce, colpito basso, strappa il fucile di mano a Giorgio, e
attraversando una tana si libera. Peccato.
Il nostro bottino è scarno, ma per il primo giorno di applicazione della nuova
tecnica non è male.
Al rientro pranziamo, sistemiamo l'attrezzatura, ci laviamo e ci concediamo un
ora di riposo. Il mare stanca se non si è allenati ...
Il bottino del mercoledì
La cena e pronta !
Giovedì 14
Anticipiamo la sveglia alle 5:00. Il tempo è ancora ottimo. A Santa Teresa il
mare è piatto, e facciamo rotta verso la Corsica. Poco più di mezz'ora e siamo
ancorati. Giorgio scende in acqua con la videocamera, per riprenderci in modo
da dimostrarci al rientro gli errori. Sarò io il primo a pescare con Giorgio,
Fabio e Viper proseguono con il gommone e pescheranno in coppia.
Pochi minuti d'agguato, ed ecco la prima occasione. E' un sarago maggiore,
non grande, ma utile a provare la tecnica. Immersione silenziosa, ricerca della
copertura, il sarago si avvicina, sparo e centro perfetto. Il fucile è
precisissimo. Proseguo sforzandomi di mettere in pratica i consigli di Giorgio,
ma la cassetta rivelerà un uso delle pinne assurdo ...
Ignoro un ansa, Giorgio mi ferma e mi consiglia di non lasciare tratti di costa
intentati. Mi infilo lentamente nello stretto anfratto, e trovo due grossi saraghi
nella semioscurità. Punto rapidamente lo Jedi e tocco il grilletto. Un altro
centro ! Trafiggo il sarago, lo tolgo dall'asta e ... lo perdo ! Sono proprio un
dilettante allo sbaraglio. Un altra esperienza da non dimenticare. Più avanti un
altro consiglio di Giorgio si rivela azzeccato. Vedendo delle piccole occhiate
dietro un grosso sasso, mi suggerisce di affondare e affacciarmi da un lato. Lo
faccio, e scovo tre piccoli saraghi che non si spaventano dei lenti movimenti, e
da dietro ne spunta uno più grosso che viene a controllare. Tengo la posizione
e si avvicina troppo. Altro tiro e altra cattura. Che fucile !
Ora siamo al gommone, saliamo e raggiugiamo gli altri. Viper ha un grosso
pizzuto, soffiato a Fabio con un colpo di mano.
Fabio stava insidiandolo all'aspetto, e dopo vari tentativi, l'arrivo di Viper
spaventa il sarago che prende la direzione sbagliata per Fabio, ma perfetta per
Viper, che lo fulmina dall'alto al basso. Insieme alla preda Viper si prende un
quintale di parole da Fabio "inViperito" che si allontana abbandonando il
sistema di coppia.
Al pizzuto Viper aggiunge un maggiore, due tordi e un occhiata. Giorgio
prosegue con Viper, io e Fabio peschiamo in coppia.
Comincio io, e dopo dieci minuti passo il fucile a Fabio. Non si presentano
occasioni, anche se vediamo dei saraghi più al largo, ma loro ci vedono
sempre in anticipo. La nostra tecnica è ancora rozza. Ora ho il fucile io, e
subito mi fermo su un dosso. Un cefalo sta mangiando sotto di me, dietro un
piccolo gradino. Mi immergo rapidamente, e ora sono più basso in modo che il
pesce non riesce a vedermi. Vedo la sua pinna e lo punto. Appena si solleva
parte l'asta. Lo Jedi ha fatto ancora una volta il suo dovere.
Il fucile torna a Fabio, che dopo poco localizza un bel sarago. Fabio affonda
lentamente e lo attende immobile. Ora è a tiro, il centro è perfetto. Abbiamo
un altro sarago in cintura.
Raggiungiamo Viper che ha preso un sarago. Giorgio prosegue con Fabio,
Viper decide di provare qualche aspetto staccato dalla costa, io perlustro la
parete, fallendo un agguato che mi aveva portato a tiro perchè batto con un
piombo della cintura sulla parete, e il pesce schizza via.
Fabio con Giorgio perlustra la parete; dopo vari tentativi, su consiglio di
Giorgio, riesce in un agguato dietro un masso, dal quale compare un sarago.
Il tiro è a segno, ed l filmato documenterà benissimo la cattura.
La pesca finisce con Viper che cattura in caduta tre saraghi su un fondale di
una decina di metri.
Al pomeriggio vediamo le riprese che Giorgio ci ha fatto. E' un esperienza
importantissima per rendersi conto dei propri errori, ed un bel ricordo, visto
che ognuno di noi ha almeno una cattura documentata.
Giorgio prepara il gommone giovedì mattina
Le catture di Giovedì
Venerdì 15
Sveglia alle 5. Ci vestiamo come al solito al porto di Santa Teresa, e partiamo
in direzione di Costa Paradiso.
Fabio e Viper iniziano la pesca, con il mare più agitato dei giorni precedenti. Io
preferisco seguire Giorgio con la videocamera, per "rubare" ancora la tecnica
corretta e memorizzarla per bene.
Giorgio colleziona rapidamente due saraghi, ma il rinpianto per le grosse
spigole avvistate senza aver potuto tirare è grande. Una ci beffa comparendo
dal nulla e sfilando sopra la testa di Giorgio appena effettuata la capovolta. La
ripresa video immortalerà il bliz. Giorgio "striscia" un orata che rimaneva a
distanza, poi cattura un altro sarago. Abbiamo raggiunto il gommone, e
recuperiamo Fabio e Viper a mani vuote.
Proviamo a battere una seconda zona, io scelgo una zona riparata, ma si
rivela una cattiva scelta. Scorgo solo un orata da lontano che mi fa ciao con la
coda ...
A Fabio e Viper non va molto meglio, con due saraghi non grandi presi in
caduta da Viper.
Terzo tentativo, su un bel fondale tra la schiuma. Io batto il sotto costa
mentre Fabio batte lo stesso tratto, ma un pò più al largo. Giorgio ci dice che
un buon posto da spigole, ed infatti il primo avvistamento è una spigola, e la
cattura è rocambolesca. Mi passa sotto venendo da dietro, si accorge di me e
passa sotto un sasso. Io punto lo Jedi dopo il sasso, ma l'uscita è rapida e
passa sotto un secondo sasso. Punto dopo il secondo sasso, ma quando esce
sono in balia di un onda e il puntamento non è corretto. Rinuncio al tiro
proprio quando la spigola passa tra due massi ma ... ha fatto male i conti ! Il
passaggio è stretto e la spigola si incastra rallentando la corsa ! Punto lo Jedi
e sparo, ma le onde rendono la mira imprecisa, la colpisco sulla testa, ma
l'asta rimane libera lasciando una ferita. La spigola accusa il colpo, e non
riesce a liberarsi dai sassi. L'afferro con la mano per la coda, si libera quasi,
l'afferro con l'altra mano, la sfilo e l'afferro stretta per la testa. Con la punta
dell'asta la finisco. E' fatta.
Sempre tra la risacca vedo la coda di un bel sarago che si nutre a testa in giù
su un metro quadro di posidonia, a tre metri di profondità. Mi immego
rapidamente, e stavolta la risacca gioca a mio favore mascherando il rumore
della capovolta. Arrivo lentamente sino a 40 cm dal sarago, sempre intento a
mangiare. Il tiro è facile ed ho una seconda preda di rispetto. Per me è un
grande giorno, e sono appagato. Per 20 minuti non riesco più a portare a tiro
una pinna.
Un pò l'appagamento, e un pò per la scarsità degli avvistamenti degli ultimi
minuti, sto più nuotando che pescando. Arrivo ad un piccolo canalone tenendo
il fucile per il fusto, e qui mi fermo. Non so perchè, ma li fermo mi rendo
conto che non sono più concentrato; mi impongo di impugnare correttamente
il fucile sino a quando sarò al gommone, e di riprovare la tecnica dell'agguato
con convinzione, almeno affinerò la tecnica. In quell'istante, mentre sto
puntanto lo Jedi all'uscita del canale, si materializza esattamente nella
traiettoria dell'asta una bella orata. Il tiro è istintivo, con il fucile all'altezza
dell'ombelico. Il centro è però perfetto. Non ci posso credere. Non avrei osato
chiedere tanto ! Vi garantisco che per tutto il tempo che sono stato in acqua,
ho controllato di avere i pesci appesi dietro ogni minuto !
L'ultima soddisfazione arriva a bordo, con i complimenti del Maestro.
Il quarto tratto di costa viene battuto rapidamente, ed arrotondo con un
piccolo cefalo dopo averne sbagliato uno di grosso. Viper è soddisfatto del
fondale, che gli ha regalato un orata, due saraghi e un cefalo.
Continua invece a essere perseguitato dalla sfortuna Fabio, che avvista solo
due orate che riescono a sfuggire al suo agguato.
Giorgio "arrotonda" la pescata aggiungendo una corvina e alcuni saraghi.
Giorgio prepara i Jedi
Giorgio istruisce Stefano all'uso della videocamera
Sabato 16
Sveglia alle 5. A Santa Teresa c'è un pò di vento. Ci muoviamo ancora in
direzione di Costa Paradiso. Dopo qualche salto ancoriamo il gommone in un
ridosso, e ci dividiamo le zone. Giorgio e Fabio vanno a sinistra, io e Viper a
destra. Dopo un ora ritrovo Fabio in gommone, è andata male a tutti e due,
poi arriva Viper, con un bel cefalone; ha anche avvistato un grosso dentice che
non si è avvicinato all'aspetto, nonostante avesse provato tutte le imitazioni di
cui è capace per attirarlo . Muoviamo il gommone e andiamo a prendere
Giorgio, che sale con una grossa spigola di tre Kg, un cefalone e un paio di
saraghi.
La seconda zona è una parete riparata. Passo mezz'ora senza vedere niente di
decente, poi la parete si fa ripida e scende verso una profondità maggiore.
Mentre sono immobile ad osservare verso il largo, spunta una spigola notevole
dalla mia destra, e se ne va passando per una spaccatura sulla parete prima
che mi possa muovere. L'avvistamento riacutizza i miei sensi, e la
concentrazione aumenta. Dopo cinque minuti, quando sono sempre fermo in
superficie, addossato alla parete con la spalla destra qualche decina di metri
avanti, scorgo un movimento sopra un lastrone a circa sei metri di profondità.
E' una grossa orata, non ne ho mai vista una così. Gira sopra il lastrone per
una decina di secondi, e mi trattengo immobile sicuro che se tentassi un
immersione allo scoperto fuggirebbe in un istante. Ora l'orata sparisce dietro il
lastrone, suppongo in direzione del fondo altri cinque metri sotto. Ora sono
coperto, e mi immergo rapidamente, mi stendo sul lastrone e mi affaccio. A
destra niente, a sinistra niente, dov'è ? Eccola che sotto di me si stacca dalla
parete dirigendosi al largo e verso il fondo. Non mi ha visto; mi spingo con la
mano sinistra senza muovere le pinne nella sua direzione. Lei continua a
muoversi lentamente. Quando la mia spinta si esaurisce devo tentare il tiro.
Parte l'asta, si conficca nella schiena ma non la trapassa. Io devo risalire, e
non intendo mollare lo Jedi senza mulinello. L'orata si dibatte furiosamente
mentre sto risalendo sollevandola di peso. A metà tragitto si libera.
Maledizione. La vedo nuotare scoordinata e infilarsi sotto un masso sul fondo.
Mentre sto per ricaricare fortunamente arriva il gommone. Descrivo la
situazione e Viper si butta, gli indico il masso e il punto dove è entrata.
Scende e vedo che spara e lascia il fucile. Ha trovato l'orata distesa di fianco.
Ventilo e scendo, e recupero l'orata già morta. Sono al settimo cielo, è un
orata che si rivelerà di 1420 grammi.
Per la terza battuta ci immergiamo in parete distanziati l'uno dall'altro, per
batterla tutta, mentre Giorgio ci aspetta col gommone a fine parete, pescando
su un piccolo sommo.
Viper entra per primo in acqua, e batte per un oltre un ora tutte le calette
avvistando solo un gruppo di cefalotti, che si intanano. Ha una sola occasione
di tiro, purtroppo fallita.
Fabio racconta: "Entro in acqua e come sempre inizio con la nuova tecnica
appena imparata da Giorgio, e cioè quella dell'agguato dalla superfice. Dopo
un tratto di costa abbastanza deserta, sfiduciato, decido di cambiare tecnica e
incomincio a fare degli aspetti sempre nel basso fondo. Ad un tratto mi vedo
sfilare davanti una grossa spigola che però si accorge della mia presenza e si
va ad intanare sotto un grosso masso. Preso anche dall'eccitazione, comincio
ad immergermi ripetutamente su tutti i massi adiacenti al presunto rifugio
della mia bella spigolona; dopo lunghi tentativi la fortuna fa si che a un bel
punto riesco ad individuare il masso giusto.
Ci guardiamo, la vedo messa col muso verso di me: non faccio altro che
mirare al centro della testa e scoccare il tiro. Centro il bersaglio e la recupero.
Finalmente un azione coronata dal successo. L'ago della bilancia si fermerà a
1500 grammi."
Nel mio tratto di costa riesco a catturare un sarago avendone avvistato la
coda "a bandiera" mentre mangia su un metro e mezzo d'acqua. "Delfinetto" e
porto la punta dell'asta a 30 cm dal sarago, senza che questo alzi la testa. Il
tiro è facilissimo. Poi un una baietta strettissima vedo un orata, ma per
fuggire l'unica strada la stò sbarrando io. Apro il braccio sinistro e le pinne per
bloccarla, e sposto il fucile nella sua direzione. Rinuncia a tentare la fuga e si
intana in mezzo metro d'acqua sotto una spaccatura. E' una tana decisamente
inadatta, infatti la vedo bene. Scendo e sparo con le natiche fuori
dall'acqua :-) Altro tiro troppo facile.
Raggiungo Giorgio in gommone, che ha rimediato altri quattro bei saraghi sul
sommo, recuperiamo gli altri e ci fermiamo in una baietta per le foto di rito al
bel carniere.
Rientrando ci fermiamo a Palau a preparare il gommone per domani, perchè
se il maestrale aumenta, non potremo uscire a Santa Teresa.
Al rientro ci aspetta un'ottimo pranzo all'orientale preparato dall'insuperabile
Agnese.
Dopo un riposino, Giorgio ci intrattiene con una lezione sulle armi e qualche
consiglio sulla ventilazione. Poi qualche dritta sulla mimetizzazione delle mute.
Tutto prezioso valore aggiunto al nostro corso.
I tre valorosi mostrano il carniere di giornata
Fabio con sua spigola e quella di Giorgio
Viper con il suo cefalo e quello di Giorgio
Stefano e la sua orata
Domenica 17
Il tempo è buono, possiamo uscire da Santa Teresa. La costa è però battuta
dalla risacca, e ci saranno problemi a praticare l'agguato in superficie.
La giornata si rivelerà più avara delle precedenti, forse anche perchè l'acqua si
è fatta più fredda.
Al termine della battuta io ho catturato solo una modesta corvina, Viper alcuni
saraghi e una grossa magnosa, Giorgio un barracuda, una bellissima corvina,
un paio di orate e qualche sarago.
Ormai il volo per Bologna ci aspetta, è il momento delle conclusioni.
Sono stati sei giorni ricchi di esperienze, abbiamo conosciuto una persona
unica, Giorgio, che comunica le proprie esperienze alle persone facendole
sentire alla pari, senza calare niente dall'alto, nonostante ogni istante in cui la
frequenti si percepisca l'enorme bagaglio che porta con se; che peschi, che
traffichi nel suo magazzino/laboratorio, che scruti il mare ...
Le giornate sono piene, il ritmo di pesca è sostenuto per le nostre abitudini.
Un pescatore sogna carnieri eccezionali ad ogni tuffo, ma sappiamo che non
può essere sempre così. Il mare di Santa Teresa è stato generoso con noi,
considerando poi che siamo in Novembre, e abbiamo avuto la fortuna di
trovare sei giorni di clima mite.
E' un esperienza in grado di arricchire qualunque pescatore, e che ci ha
regalato un nuovo amico, Giorgio Dapiran, che da oggi in avanti avrà tre nuovi
amici che lo importuneranno con richieste di consigli, ma anche con semplici
messaggi di saluto e gratitudine.